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Il miglior modo per comprendere il pensiero di un filosofo è entrare nella sua vita, scorgere la natura dei cambiamenti che lo coinvolgono, osservandone la fitta rete di interazioni che lo determinano, che lo influenzano, che lo trasformano, per scrutare infine le ragioni intime del suo pensiero, le sue evoluzioni, i suoi prodotti. Le autobiografie sono un invito ad entrare nella vita di chi le scrive, attraverso gli occhi e i pensieri di chi ha vissuto ciò che racconta. È il caso dell'autobiografia del filosofo tedesco post-kantiano Hans Vaihinger, il quale ci racconta con estrema intensità e trasporto emotivo le vicende della sua vita e i momenti decisivi per l'elaborazione del suo pensiero filosofico. Si tratta della prima traduzione italiana dell'autobiografia di Vaihinger, pubblicata per la prima volta in tedesco nel 1921. L'autobiografia è inoltre corredata da un ricco studio introduttivo, indispensabile per approcciarsi al pensiero di Vaihinger, in quanto propone sia una ricostruzione storica delle edizioni dell'opera principale del filosofo, La filosofia del come se, sia delle coordinate per orientarsi nella corrente filosofica della quale Vaihinger è considerato l'iniziatore: il finzionalismo.