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Il libro indaga i rapporti e le connessioni dirette fra la scienza della prospettiva e l'invenzione della scenografia cinquecentesca e seicentesca che nella città di Venezia trovò il bacino ideale per la pubblicazione della trattatistica di settore, diventando la patria indiscussa del melodramma barocco. In questo contesto le pubblicazioni ricostruiscono le vicende dei protagonisti, autori degli spettacoli e degli eventi, ma la figura dello scenografo spesso è ancillare. Parallelamente, i trattati di prospettiva alternano i fondamenti delle regole geometriche della sua costruzione, con indicazioni pratiche per la realizzazione delle scene e delle macchine in grado di animarle. Da qui nasce l'esigenza di relazionare i fondamenti della scienza della rappresentazione prospettica con i progetti degli scenografi che hanno operato a Venezia, attraverso ricostruzioni tridimensionali degli allestimenti, rese possibili dalla rilettura dei disegni originali, dal confronto delle fonti storiche e documentarie e dal rapporto spaziale con i teatri nei quali gli spettacoli sono stati prodotti.