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Della vasta e variegata opera di Arturo Graf, "L'anglomania e l'influsso inglese in Italia nel secolo XVIII" è senz'altro il libro più divertente e riuscito. Nell'ultimo libro della sua vita, davvero il Graf tocca l'apice dell'erudizione e dell'arte; davvero si rivela "poeta e maestro" - per citare le parole del busto che campeggia nell'Università di Torino - capace di coniugare erudizione e poesia, ironia e ammirazione, brio e spontaneità e di erigere un piccolo-grande monumento letterario, dove lo spirito europeo aleggia mirabilmente, e i Baretti, i Rolli e gli Algarotti, i Thompson e i Pope, i Voltaire e gli Alfieri e mille altri ci appaiono vivi e vicini, quasi fossero in conversazione con noi. Arricchita di un ampio indice dei nomi e delle opere, che supplisce alla mancanza di note e riferimenti bibliografici del testo originale, questa nuova edizione - l'unica dopo quella del 1911 - si candida ad essere, d'ora in avanti, l'edizione di riferimento, e ci restituisce un classico della storiografia letteraria, un'opera appassionante, educativa nel senso più nobile del termine.