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Quando agli inizi del Duemila Luca Ricci cominciò a pubblicare racconti in rivista, pochi ne capirono qualcosa. Quelle narrazioni esili e brevi, sebbene orchestrate con drammaturgia perfetta, sembravano figlie del minimalismo americano. Col passare degli anni la critica - e una comunità di lettori sempre più numerosa e appassionata - ha colto invece la sostanziale natura fantastica della narrativa di Ricci: è il "fantastico quotidiano" di Calvino, trasformato nel "fantastico dissimulato" che percorre la torbida trama dei nostri rapporti familiari.