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Nel tempo della crisi del liberalismo, dopo il 1870, le idee furono invase da "fatti" potenti, pervasivi, che condussero il sistema politico italiano non verso distinzioni "costituenti", quanto verso compromessi e trasformismi nei quali progressivamente si spense lo spirito della politica liberale, ed emerse, fuori di essa, una prepotente volontà "etica" di rinnovamento che diventò progressivamente e sull'onda di fatti drammatici come la guerra, volontà di decisione immediata e plebiscitaria, oltre ogni mediazione, giudicata corruttiva. Si pretese di fare l'unità della nazione di là da ogni articolato sistema di mediazione rappresentativa che vedesse crescere insieme liberalismo e democrazia. La riflessione su filosofia e politica tra antigiolittismo e fascismo rappresenta un abbozzo di ricostruzione di quel nodo che vide Croce e Gentile affermare visioni politiche che affondavano in differenti interpretazioni della storia profonda del paese e dell'insieme del suo rapporto con la storia moderna d'Europa.