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Lo studio di Riccardo Serraglio sul "Regio Acquidotto dell'Acqua Carolina" , fondato su dettagliate ricerche d'archivio e sulla conoscenza profonda del territorio di appartenenza, si distingue per la trattazione unitaria del sistema territoriale poiché l'eccezionale valore costruttivo dell'opera è avvalorato dall'analisi delle numerose attività produttive istituite nel tempo utilizzando la sua forza motrice. L'acquedotto vanvitelliano risulta essere il perno di un sistema complesso, la cui utilità si riconosce nella vitalità dei centri urbani e degli insediamenti produttivi che alimenta. L'amministrazione borbonica concesse ingenti quantità d'acqua alle popolazioni locali per l'approvvigionamento di centri abitati, dispose mulini e opifici lungo il tracciato dell'acquedotto, istituì le seterie di San Leucio e altre manifatture servendosi delle sue acque, utilizzandole anche per irrigare campi, orti e frutteti. Queste iniziative avviarono lo sviluppo economico e sociale del territorio casertano, trasformando una plaga periferica destinata a una produzione agricola ordinaria in un'area di eccellenza dove si sperimentarono soluzioni agrarie e industriali innovative.