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Una favola tenera e struggente? Così "Il monaco e la volpe" appare al suo aprirsi e nel suo svolgimento. E invece è una storia vera, ma di una tale densità e complessità da assumere le polivalenze di una storia esemplare e fin l'andamento di una parabola: nella quale, come ben sappiamo, i fatti assumono i valori del simbolo. E non a caso la prosa stessa par quasi avere il sapore di una preghiera. Ma anche si tratta di un puro raccontare, disponibile a farsi leggere ad ogni età, per quanto di semplice e di coinvolgente allo stesso tempo vi è nel suo distendersi. Semplice il tema, l'incontro di un monaco e di una volpe e il nascere di una sorprendente fraternità tra due mondi pur così lontani; suggestivo il paesaggio, tra boschi, sentieri e stagioni; immediata la disponibilità a farsi leggere; destinata a un lungo ricordo la storia che racconta della vita nella sua semplice assolutezza, nel suo nascere e svolgersi e finire. E nel suo segreto, quello del ricordo che la rende infinita nel suo durare nella memoria. Senza contare che le parole che narrano sono accompagnate da una serie di tavole a colori nelle quali è piena e perfetta la complicità tra il narratore e l'illustratrice [rc].