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In Metamorfosi di una civiltà contadina l'autore racconta i profondi mutamenti vissuti dalle campagne della sua vita, dal tempo in cui tutto veniva svolto per forza di braccia e con l'ausilio di pochi e rudimentali strumenti fino alla costruzione di un paesaggio caratterizato da una agricoltura ricca di macchine, di ausili scientifici, di conoscenze tecniche. E tuttavia, la collina si è spopolata e fra i pochi rimasti si è come dissolta l'armonia di un tempo, si è sciolto il legame che trasformava i singoli in una comunità solidale, dotata di valori condivisi. Così, dove la povertà univa, il benessere ha diviso. Il libro mette sulla scena personaggi che hanno caratterizzato le comunità evocate, ora per la serietà della loro vita, ora per la loro bonomia, ora per il dono dell'ironia, che accendeva di divertimento le giornate di quei tempi. Passano così momenti di cronaca, di storia, di commedia, di aneddotica, e insomma di tutto ciò che dà significato all'avventura alla quale abbiamo dato il nome di vita: di un'altra vita, naturalmente, quando i miracoli dell'informatica non avevano ancora reso possibile dialogare e creare amicizie con persone mai incontrate, dimenticando il vicino di casa.