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"Chiunque abbia sofferto o soffra ancora oggi di crisi di panico, nelle sue multiformi modalità espressive, è costretto ad assumere ogni tipo di precauzione perché l'evento temutissimo non si ripeta col rischio che le misure assunte per proteggersi dalla morte e dalla follia mortifichino la qualità della vita di relazione, del movimento territoriale, delle possibilità espressive spontanee, senza che le drastiche misure anti crisi siano davvero efficaci poiché l'esperienza tende a dimostrare che non è rifugiandosi in un bunker che ci si mette al sicuro. La cosa giusta da fare, o per lo meno tentare è quella che propone Marina Salvi in questo suo libro." (Dalla prefazione di Gustavo Pietropolli Charmet)