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«La vera musa della poesia è la vita, con tutte le sue circostanze. E il poeta è l'aedo dell'occasione. Ciascuna silloge poetica rassegna le stagioni dell'esistenza, gli incontri, le voci, i suoni. Il poeta vede lontano e avvicina le cose che furono, come a ringiovanirle: non nella forma - che non torna né lo potrebbe - ma nel messaggio. In questa seconda prova poetica di Giuseppe Cantoni il lettore troverà tante cose nuove - se non altro perché è avanzata la maturità, d'età e stile, d'osservazione e visionarietà -, formali e sostanziali, foniche e linguistiche, con un significativo ventaglio tematico; ma anche testi rinnovati, riscritti e completati, come se il di più di vita avesse supplito alla mancanza, illuminato il nascosto, completato il senso. I quarantatré componimenti (sedici in lingua, ventisette in dialetto) veicolano tanta Romagna e, di più, tanta Cesena, piccola-grande patria d'un saggio vivere sapiente, connesso allo sguardo dell'uomo-poeta che maneggia e distilla l'oggi-ieri con arguzia bonaria e sguardo lungimirante, consapevole d'aver perduto vigore fisico ma guadagnato intelligenza delle cose e capacità d'introspezione penetrante. Già, le cose: le cose della vita, che nelle mani del poeta fuoriescono impastate di materiale e spirituale, naturale e filosofico. Di una filosofia semplice e quotidiana ma efficace a saperla cogliere, garantita dalla sperimentazione in lunghi anni trascorsi a occhi aperti, in stagioni prive di sonnolenza, in buio a suo modo luminoso.» (dalla presentazione di Marino Mengozzi)