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Scrive l'autrice all'apertura del suo libro: «Attraverso frutti e alberi ho ricordato periodi della mia infanzia che mi hanno lasciato un ricordo indelebile. La fragola e il lampone, le arance che mi sbucciava mio papà, l'albero di lillà piantato nel giardino, il profumo del gelsomino che era sinonimo di una primavera che si stava avvicinando, persone care e tutto ciò che può emergere dagli occhi e dal cuore di una bambina, oramai donna». In queste intenzioni, Emma ci affida un tenero e intenso canzoniere di una età sognante della sua vita, delle sue attese, delle scoperte del mondo che via via segnano la nostra vita e fanno di ognuno di noi quel che per sempre saremo: perché questo solo è vero, che in quegli anni inconsapevoli e incantati, di scoperte e di incontri, andiamo fissando definitivamente il nostro destino. Ed Emma ce lo dice con il trasporto della sua parola nitida e chiara, di immediata e pura leggibilità, testimonianza della chiarezza stessa del pensiero, della purezza del sentimento.