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Perché la palude che si stende ai margini delle saline desta l'orrore della gente del luogo? E perché quella plaga d'acquitrini, d'ombre e di silenzi, ha preso il nome di Almadannata? E quale sinistro destino, ad ogni secolo doppio, la superstizione e l'ignoranza accendono l'improvvisa ferocia di miti popolazioni e tornano al rito sanguinario della lapidazione su giovani donne inermi, belle di una coinvolgente bellezza? Con lo stile che le è proprio, di narratrice di rango, Giovanna Gualdi racconta una complessa vicenda di ripetuti destini, di misteriose analogie, di chissà quali inesplicabili trasmigrazioni d'anime, che dall'oggi muovono verso leggende remote per tornare all'oggi e alla storia d'amore che ininine pone un suggello, una clausola alla leggenda. Si leggerà, alla conclusione del libro: "Almadannata oggi: un immenso, tranquillissimo bacino, che ospita a migliaia sulle sue acque i gabbiani e i fenicotteri rosa. Zanzare, serpi e acquitrini sono rimasti imprigionati nella leggenda e di fosco non è rimasto che il nome, quel nome sempre colmo di affascinante mistero".