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Dopo "Ponte delle Bambole" (il romanzo ambientato nella cesenate Basilica del Monte sotto i bombardamenti della seconda guerra mondiale), Ermanno Angelini si volge ad un'altra pagina insieme tragica ed eroica nella storia della città del Savio, quella delle miniere di zolfo, che segnarono la collina borellese, Formignano in primo luogo: i paesi di zolfo, cupi nel fumo denso dei calcaroni, maledetti nello sprofondare dei pozzi entro le viscere della terra, tragici nell'agire di una violenza endemica. Pur in questi orizzonti di sofferenza e di miseria, il narratore apre lo spazio ad una intrigante e appassionata storia d'amore. L'elemento attivo è una donna, la cui bellezza è struggimento inesausto, per il desiderio che desta la sua figura sinuosa ed elegante; la sua forza narrativa è nel significato che assume nello sviluppo del romanzo, divenendovi lo specchio di un mondo sulla via del dissolvimento, che ora si volge a nuovi orizzonti.