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I trentaquattro racconti brevi di "Il badante" sorprenderanno per non poche ragioni il lettore. In uno stile nitido - del tutto privo di cedimenti alle compunte eleganze del bello stile, ma asciutto e diretto e rigorosamente funzionale al mondo che intende rappresentare - la narratrice ci propone gli orizzonti apparentemente usuali dei nostri giorni, ma qui rappresentati nella loro vacuità. I protagonisti sono quasi sempre mossi da sentimenti meschini, in una assenza di valori che si traduce nel vuoto delle attese e delle speranze: non la farsa, che sollecita al riso ed è mossa da una concezione ilare della vita, bensì la commedia amarissima di uomini e donne senza qualità, nei quali persino l'amore diviene squallore; non l'ironia, che muove da una pacificata visione del mondo, bensì la satira, che vibra, senza parere, in ciascuno dei quadretti che la scrittrice ci propone nella sua impavida volontà di rappresentare una umanità squallida e degradata.