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"Sono passati vent'anni da quando, il 25 gennaio del 1998, sono partita per l'Honduras. Non sapevo dove sarei approdata: né in quel paese, né nella mia vita professionale. Il pretesto di quel viaggio era svolgere una ricerca per la tesi di laurea in Antropologia Culturale e chiudere così il mio percorso di studi presso l'Università degli Studi di Trieste. L'obiettivo più profondo era il desiderio del confronto con "il campo", di cui tanto avevo letto nei manuali di antropologia. [...] Nonostante il tempo trascorso, credo che il mio lavoro rappresenti ancora un contributo interessante: da una parte, volto alla conoscenza dei Lenca d'Honduras, sui quali la letteratura non abbonda; dall'altra, alla maggiore comprensione delle pratiche e saperi sul parto e la nascita, i quali - come vent'anni di lavoro in diversi contesti del mondo mi confermano - si rivelano sempre necessari, anche quando apparentemente "lontani" ed "esotici" - nel loro rendere conto delle molteplici possibilità umane di interpretare un processo fisiologico universale; e, al contempo, nel contribuire a una riflessione critica sugli eccessi cui è giunta la medicalizzazione di tali eventi nella nostra società".