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"Memorie e presenze" è il racconto critico di una porzione dell'attività lavorativa dell'autore presso la struttura ospedaliera "Fatebenefratelli" di S. Maurizio Canavese (TO). L'arco di tempo raccontato è compreso tra il novembre del 1967 e gli inizi degli anni Ottanta. Nel 2007 è andato in pensione. In quel tempo è stato maestro elementare, poi operatore psichiatrico e infine psicologo-psicoterapeuta. Il variegato ruolo funzionale, come per ogni altro abitante del mondo manicomiale (malato e operatore), non è stato risparmiato dalle indicibili ferite proprie dell'istituzionalizzazione. In questo tempo, come ogni abitante del mondo manicomiale, ha fatto utilizzo delle finzioni rafforzate (simil-delirio) per negare e/o razionalizzare queste ferite. L'ossimoro "scuola-manicomio" ha lenito e poi guarito tali ferite perché ha accettato, accolto e interagito con 'l'uomo-malato"; l'ossimoro "scuola-manicomio" e le successive iniziative hanno colto l'originale pensiero basagliano, pensiero sovente ideologizzato sino a negare l'esistere della malattia mentale e, paradossalmente, a negare anche l'uomo-soggetto-malato.