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«L'atto intempestivo del filosofo si colloca su questa incrinatura, dove una vita fondamentalmente attraversata dal dolore può ritrovare, in se stessa, qualcosa che non le appartiene, come un'immagine, qualcosa che proprio in virtù della sua irriducibilità rende la vita abitabile, poiché scava in essa "una sorta di interno, di intimità, di abitabilità"». Questo lavoro nasce dall'incontro tra il pensiero filosofico e le pratiche terapeutiche: filosofi, psicologi e psicoanalisti riflettono sulle potenzialità della filosofia pratica nelle attività riabilitative rivolte a persone con diagnosi psichiatriche gravi. Attraverso una modalità laboratoriale e gruppale, 9 pazienti del Centro Diurno di Vicolo Terese (VR) hanno sperimentato un nuovo modo di incontrare il momento della propria "caduta", mediante la potenza trasformativa delle immagini e della domanda filosofica. La caduta è un'esperienza comune, costitutiva dell'esistenza; tuttavia, ciascuno cade a suo modo. Il gesto di cura filosofico si colloca precisamente sull'incrinatura tra la propria esperienza vissuta e ciò che in essa è inappropriabile, alla ricerca di un modo di abitare la propria caduta.