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Questo libro è il frutto di un anno di riflessioni in un gruppo di supervisione di casi clinici all'epoca della Pandemia. Rielaborazioni personali sollecitate da un pensiero gruppale resosi necessario dalla straordinaria presenza in questo momento di un trauma condiviso tra terapeuta e paziente, condizione di possibili rischiose collusioni. Il dispositivo della supervisione in gruppo, come i nuovi strumenti utilizzati per il lavoro da remoto, è stato definito quale modalità di funzionamento della mente oltre che deposito di contenuti emotivi. Da qui il termine "Transfert sul Dispositivo" utilizzato più volte ed affiancato a quello di "Transfert sulla Situazione" prodotto dell'ottica con la quale la Pandemia è stata letta. Nel porre attenzione al processo di soggettivazione si è guardato ad essa quale spinta anti soggettivante con il ripristino di arcaiche modalità di funzionamento considerate, allo stesso tempo, possibili acceleratori del percorso di cura. Uno spazio significativo è stato riservato al lavoro nelle Istituzioni: dal Carcere all'Unità di Oncologia, la Pandemia è divenuta specchio della difficile accoglienza del mentale in contesti il cui mandato è l'efficienza.