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Freud, nel suo lungo carteggio con Rolland, si era interrogato intorno al Sentimento Oceanico, ossia a quel particolare vissuto, legato al senso d'illimitatezza e d'eternità, che egli aveva finito per ricondurre a una mancanza di confini che l'Io, all'inizio della sua vita, esperisce nella fusione con chi si prende cura di lui. Ma, come ci dicono l'esperienza mistica e l'esperienza estetica, il contatto col senso di infinito, col bello assoluto, con l'istante sospeso fuori dal tempo, oltre che il piacere sensoriale dell'esperienza fusionale, sembra più spesso evocare un sentimento complesso in cui si mescolano gioia e dolore, sorpresa e paura. Si tratta di nostalgia in quanto dolore-rimpianto per la pienezza narcisistica dell'esperienza originaria? Si tratta di timore reverenziale di fronte al troppo grande o troppo bello? Il volume affronta il tema dell'Infinito, dell'Illimitato e quindi del limite: limite quale tutela dal funzionamento perverso che nega finitezza e limitazione, ma soprattutto limite quale soglia che apre all'oltre, permettendo all'immaginazione di andare al di là e di percorrere creativamente spazi e tempi infiniti.