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Il libro narra la vicenda umana e scientifica della prima psicoanalista in Italia, Vanda Shrenger Weiss. Fu una pioniera tra due mondi: la Croazia, sua terra natale, e l'Italia, dove visse per vent'anni con il marito, Edoardo Weiss, e i loro figli e dove partecipò alla riorganizzazione della Società Psicoanalitica Italiana e alla diffusione della scienza freudiana; fra l'amata Europa e l'America, dove riparò con la famiglia nell'epoca buia delle leggi razziali; fra il movimento freudiano e quello junghiano, cui poi aderì. Ampia parte del volume è dedicata al periodo trascorso a Roma da Edoardo e Vanda Weiss, in piena era fascista. Gli anni Trenta videro la rinascita e l'espansione culturale della comunità psicoanalitica italiana e la fondazione della Rivista Italiana di Psicoanalisi. Una feconda ma breve stagione, bruscamente interrotta dalla svolta antisemita del regime e dalla guerra. La tenace opera intrapresa da Edoardo Weiss non avrebbe avuto lo stesso esito senza il solido e competente sostegno di Vanda. Nella sua accurata ricostruzione storica, l'autrice si è avvalsa di documenti inediti d'archivio e delle testimonianze dirette dei discendenti ancora viventi dei Weiss.