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Viviamo in un villaggio globale complesso e complicato, a tratti schizofrenogeno, fatto di Jihad e di selfie, di individui e istituzioni che sembrano camminare a piedi nudi su un tappeto di uova, dove è evidente che il pensiero freudiano, se inteso in senso veramente "laico", non può più permettersi il lusso di essere "lussuoso" e neppure proporsi come la visione del mondo di cui avrebbe la chiave (data poi da chi?), una specie di ideologia totalizzante al pari di altre, una sorta di "scienza delle scienze" capace di spiegare "tutto" a partire unicamente dalla realtà psichica che emerge nelle stanze d'analisi, dall'interazione tra due persone, uno "terapeuta", l'altro "paziente". Qual è oggi il ruolo della psicoterapia? Quali sono le sue potenzialità in un universo iper-moderno caratterizzato da legami liquidi? Le brevi storie cliniche presentate in questo libro raccontano scorci di vita, inquietudini, malesseri, sofferenze e percorsi terapeutici. Non vogliono presumere un giudizio valoriale di "bene" o "male", "giusto" o "sbagliato", ma sono intese come modello esplicativo di psicologia e psicopatologia della vita quotidiana.