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L'adolescente, nel passaggio verso un mondo dove ciò che gli viene proposto non gli appartiene in proprio, deve, per sentirsi "se stesso", poter rielaborare la materia prima della sua infanzia, decostruirla. Questo movimento comporta dei rischi: dal lato degli adulti, quello di una confusione tra decostruzione e distruttività; dal lato degli adolescenti, quello di un al di là della decostruzione oggettuale. La decostruzione richiede così l'appoggio degli universi magici, che sfumano la cesura tra fuori e dentro, reale e immaginario; questi spazi dell'incantamento, che proteggono gli adolescenti dalla passivazione e permettono la trasformazione dell'onnipotenza, sono quelli dei mondi intermediari, da Alice a Harry Potter. Decostruzione e incantamento attraversano il rapporto degli adolescenti al proprio corpo, alla famiglia, alla tecnologia e alle istituzioni e sostengono la vitalità dello sviluppo. Rinnovano i riferimenti tradizionali dei processi psichici adolescenziali legandoli al potenziale creativo di questa età e aprono le prospettive dell'aiuto e delle cure destinati agli adolescenti e alle loro famiglie.