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Venerato o vituperato, esaltato o denigrato, Lacan rappresenta una figura a tutto tondo, che spicca imponente sullo scorcio del secolo appena tramontato. Che piaccia o no, con Lacan bisogna fare i conti: la cultura, la politica, il sociale e, ovviamente, la psichiatria e la psicoanalisi. Il suo insegnamento, ancora in buona parte inedito, è scrutato con diffidenza e compulsato con curiosità. In ogni caso fa discutere: illumina o divide, appassiona o scandalizza, entusiasma o provoca. Gli si rimprovera lo stile oscuro, iniziatico, criptico ed involuto. E tuttavia, grazie alla limpida lettura condotta da J.-A. Miller il testo di Lacan si rivela sorretto da una rigorosa impalcatura logica, da cui discende una clinica incisiva, duttile e raffinata, sorprendentemente al passo con i nostri tempi se non addirittura in anticipo. Oggi Lacan appare come una pietra miliare di inestimabile valore. Non solo per il destino della psicoanalisi, ma anche per il pensiero, la politica e la società. Nel suo insegnamento, che si richiama esplicitamente al programma dei Lumi, possono essere smascherate le lusinghe di un mito moderno assai pernicioso, le lacerazioni insanabili dell'esperienza umana.