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Questo libretto, denso di critiche e accuse, non vuole per nessuna ragione essere un atto di ripudio verso la sinistra come espressione culturale e filosofica. Rappresenta la storia di un percorso personale difficile e tortuoso, in cui le strutture di un partito hanno rappresentato la parte più negativa. Il partito, inteso come sede burocratica, nella mia esperienza è stato causa di frustrazione e disillusione e, contrariamente al compito di essere contenitore propulsivo di un'idea, si è configurato come strumento minimalizzante e depressivo del pensiero stesso che ne stava alla base. Occorre quindi leggere il tutto in funzione propositiva, con lo scopo di correggere e migliorare questa organizzazione, che al di là di tutto rappresenta ancora oggi uno strumento funzionale alla democrazia. Ma con questo libro voglio anche raccontare i tanti 'non detto' che pure aleggiavano nel partito, ascoltati e vissuti da tutti, ma mai raccontati da nessuno.