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In una società che ha fatto dell'immagine un'idolatria devozionale ogni frame viene omogeneizzato ad uso e consumo di un pubblico che vede, ascolta, risponde interagendo. Il ruolo attivo è risposta ad imput multimediali divorando immagini davanti ad uno schermo. Non è il consumo, la caduta dell'aura di Benjamin: il divorare immagini diviene puro atto di cannibalismo collettivo obbedendo a ritualità e comportamenti coattivi, socialmente determinati. "Cannibali di immagini" ferma il tempo e l'attenzione su accadimenti, fenomeni e fenomenologie contemporanee là dove la presenza di un archetipo o di un tòpos visivo deriva da un'ampia costellazione di riferimenti storici e sociali lontani nel tempo. La stretta correlazione tra pratiche antropologiche, archetipi e culture dei media si evidenzia all'interno di una considerazione non lineare della Modernità: frammenti come flash improvvisi divengono punto di partenza per successive riflessioni: dalla fenomenologia fino all'ingerenza dei mezzi di informazione.