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"Si è dilettato costui e dilettasi ancora assai della poesia" scriveva Giorgio Vasari a conclusione della biografia di Agnolo Bronzino, ricordando uno degli aspetti che rese eccezionale la figura del pittore fiorentino, inneggiato dai suoi contemporanei come "nuovo Apelle e nuovo Apollo". Il libro ripercorre la produzione lirica del pittore, indagandone le motivazioni al fine di ricostruirne il percorso e i significativi rapporti intrattenuti con Benedetto Varchi, Antonfrancesco Grazzini e i letterati dell'Accademia Fiorentina. Ambiente erudito che di certo lo ispirò nell'elaborazione di quel modello di ritrattistica "intellettuale" che gli è proprio, mirabilmente incarnato dalle effigi dei giovani Lorenzo Lenzi e Ugolino Martelli, e ancora di Laura Battiferri.