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L'opera del regista-scenografo Aleksandr Golovin (1863-1930), di cui non esiste in Occidente uno studio monografico esaustivo, si dipana come un filo rosso attraverso le sperimentazioni attuate sulla scena russa tra la fine dell'Ottocento e il primo decennio del Novecento. L'indagine, condotta su materiali inediti in Italia, si allarga al complesso contesto storico, culturale e artistico svelando scenari inesplorati, dai quali emergono figure marginali che acquistano spessore e rilevanza. Savva Mamontov non è solo il mecenate della rinascita delle arti nella Russia di fine XIX secolo, è il primo regista russo, di cui i principi teorici e l'esperienza sinestetica Golovin porta sulla scena dei teatri imperiali. Qui incontra il coreografo Gorskij con il quale rinnova lo spettacolo di danza e poi Fokin, con cui mette in scena insieme a Stravinskij l'"Uccello di Fuoco" a Parigi. Il saggio rivela il ruolo svolto da Djagilev nella costituzione dei Ballets Russes e chiarisce l'ostilità dei membri del Mondo dell'Arte nei confronti di Golovin. Lo scenografo è in contatto con Kandinskij e Merekovskij, conosce la Duncan, lavora con `aljapin, Sanin, Stravinskij e Stanislavskij.