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Già prima degli anni Ottanta, si discuteva riguardo il valore e il riconoscimento dell'attività delle casalinghe, considerate parte inattiva della popolazione. Infatti, è proprio nel 1975 che una risoluzione del Consiglio d'Europa, invitò tutti i Paesi a riconoscere il valore economico del lavoro familiare. Ma è solo nel 1995 che, con la sentenza della Corte Costituzionale n. 28, in merito al problema del riconoscimento del ruolo sociale delle casalinghe, si affermò che fare la casalinga è un lavoro, ovvero una attività tale da essere ricompresa nella tutela che l'articolo 35 della Costituzione, assicura al lavoro in tutte le sue forme. Quindi, si può dire che la casalinga, per la legge italiana, lavora. Numerose sono le associazioni che hanno cercato, e continuano a cercare, di tutelare la categoria delle casalinghe.