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Mauro Cascio è un pensatore atipico e poliedrico. Inattuale per la sua filosofia del pensiero forte, delle grandi domande, delle altezze sublimi e del pensiero come sintesi degli opposti del mondo. In controtendenza con l'innominabile attuale e i suoi idolatri, preferisce i grandi quesiti alle facili risposte, la filosofia come iniziazione rispetto alla volgarizzazione delle idee, la comprensione della totalità alla banalizzazione di una logica binaria. Sa essere popolare ma non pop, universale ma non tiepido, godendo di quella inattualità che non vuol dire essere indietro con i tempi, ma sfuggire a questa dipendenza e riprendere la lezione socratica per cui il vero filosofo è fuori dal suo tempo e per questo veramente libero.