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Nasruddin è il personaggio più caratteristico della novellistica islamica ma soprattutto persiana e sufi. Egli rappresenta tutti coloro che smascherano le umane finzioni come il matto o il giullare ma soprattutto è un trucco per insegnare qualcosa, uno stratagemma inventato nel sufismo per vivificare il nostro inconscio e integrarlo, riuscendo a utilizzare il pensiero divergente e l'intuizione. In tutte le sue storielle si ride ma su significati o saggezze nascoste attraverso forme verbali utilizzate consapevolmente fra cui la provocazione voluta, l'esagerazione, la distorsione, l'associazione libera, i non sense, cioè tutte le tecniche alla base, anche, della comicità e che agiscono al di là dei consueti schemi cerebrali.