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Dio è presenza nelle cose del mondo. Dio si fa continuamente e cade nel suo fare mentre si fa e si compie. Il Cristo chiama a raccolta le cose fatte e per questo caduche e la Passione è la morte di una natura, quella umana, finita, per riscoprire che siamo sempre stati in Dio. «Ecce homo è allora» l'ingiuria più adatta all'uomo a cui sfugge la sua regalità, sfigurato, malconcio, barcollante. L'uomo è pensiero di Dio, la determinazione dello sviluppo dello Spirito che non può essere presa per sé, isolata, in questo sta il 'riconoscimento': sapersi scoprire in un 'sempre'. Il nostro destino è anche il nostro desiderio, e non c'è niente al di fuori di questa semplicità.