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"La Qabalah o la Filosofia religiosa degli ebrei" è un testo che, come scrisse Moshe Idel nel 1988, contribuì alla «conoscenza della Qabalah nell'Europa moderna più di ogni altro ricercatore prima ancora delle opere di Gershom Scholem». Secondo il Franck la storia dell'umanità mostra che tutte le verità sulla natura dell'uomo e dell'universo hanno la loro origine non nella ragione umana, ma in un potere universale noto come religione o rivelazione. Questo potere è essenzialmente Uno, ma si manifesta differentemente in base alle mutevoli condizioni del tempo e dello spazio. Si manifesta in tre modi diversi: come ortodossia, come teologia o filosofia razionale, come misticismo. Egli descrive la Qabalah come: «Un sistema davvero originale, davvero grande, che non assomiglia ad altri sistemi, sia religiosi sia filosofici, tranne che proviene dalla stessa fonte, che è stata determinata dalle stesse cause e risponde agli stessi bisogni, in una parola, alle leggi generali della mente umana». Per quanto riguarda la sua manifestazione nella cultura ebraica, Franck la riduce a due soli libri: lo Zohar e il Sefer Yesirah, e ne mette in parallelo i concetti con quelli di Platone, Filone di Alessandria, il cristianesimo, lo gnosticismo e le antiche religioni caldee. Le conclusioni delle sue analisi lo portano ad una affermazione interessante, ossia che le origini della Qabalah dovrebbero essere ricercate al tempo della Tefutzah (esilio) di Babilonia, e che l'emergenza scritturale dei testi del XIII secolo sono soltanto un vero e proprio tradimento del segreto, e non l'origine della stessa.