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Questa sezione, che identifica il «Pastore fedele» con Moseh (Mosè), e che sicuramente è il «capitolo» più esteso e il più frammentato dello Zohar, raccoglie quanto Moseh (Mosè), il «Pastore Fedele», svela al Rashby e ai suoi amici, che comprendevano non soltanto i suoi discepoli, alcuni Tannaim e Amoraim, Ya'aqov (Giacobbe), Yitzhak (Isacco), Aharon (Aronne), Slomo (Salomone), ma anche lo stesso Dio, testimoniando così che, nonostante la dottrina celebrata di Ein Soph, lo Zohar ricorre alle stesse concezioni antropomorfe che si ritrovano nel Talmud e in altri testi della Tradizione cabalista. In questa assemblea di Amici Santi, che si raduna presso Rabbi Sim'on bar Yoha'y, segreti e rivelazioni sui precetti (mitzvóh) della Torah vengono spiegati e chiariti. Ginsburg sostiene che: «L'obiettivo principale di questa porzione dello Zohar è quello di mostrare l'importanza duplice e allegorica delle prescrizioni e dei divieti mosaici, nonché delle disposizioni e delle pratiche religiose rabbiniche che si sono sviluppate nel corso del tempo».