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"Perché poesia come speranza? Forse perché questo è l'autentico compito della poesia in un mondo, come il nostro, che ne ha tanto bisogno. Mai, quella che gli antichi chiamavano ultima dea, è stata tanto assente come oggi, e non è un modo di dire! Sperare si prefigge un obiettivo, uno scopo, che, ahimè, sembra che non sappiamo più trovare in quella che, ormai, è divenuta la cultura della perdita di senso. Sarebbe corretto parlare di disperazione più che di speranza se non fossi convinto, come dice Thomas Merton, che è capace di capire la speranza solo chi passa attraverso la disperazione. Non può essere diversamente dato che abbiamo imparato a considerarla, questa speranza, come una virtù che deve, quindi, essere voluta, ricercata, desiderata e, infine, c'è da augurarselo, trovata. È una virtù che non è disgiunta dall'esistenza quotidiana ed è per questo che si lega a questi componimenti poetici in modo inequivocabile. 'Poesie in forma di vita' è il titolo di questa raccolta. Non credo sia un caso che, proprio i testi centrali, abbiano come titolo 'II Senso'. È qui che si assiste a questa lotta, apparentemente impari, tra disperazione e speranza. È facile dire che la prima sembra prendere il sopravvento".