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Michele, 29 anni, è un giovane animato da grandi speranze. In un lungo flashback, rivive la spensieratezza della sua gioventù: l'adolescenza, gli amici, la vita da liceale, le sue ambizioni sportive, i sogni e le esperienze con la droga e l'alcool, la parentesi universitaria. Apparentemente un ragazzo come tanti, Michele è tuttavia costantemente tormentato da dubbi e incertezze. Giovane idealista e disadattato, precario da sempre, verrà presto catapultato, senza protezione alcuna, nel mondo reale e, risucchiato dal vortice del lavoro nero e dello sfruttamento, il ragazzo si rifugerà nella più totale solitudine. L'esperienza del call center si rivelerà un ulteriore fallimento e, disincantato dall'egoismo crescente della società moderna, sempre più regredita e asfittica, il giovane pensa seriamente di farla finita. Disillusione e disoccupazione prenderanno il sopravvento? Michele riuscirà a ribellarsi? "Meglio morto che precario" è un romanzo che getta luce sulla problematica del lavoro temporaneo, con accenti intimisti e, nel contempo, freddi ed oggettivi.