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"Rievocando questi eventi del passato vicino e lontano, sono indotto a riflettere sul mio caso, sulla mia situazione giudiziaria e sociale. [...] Ma a onor del vero non posso dimenticare gli interventi, anch'essi appassionati, di un Giorgio Bocca, di un Indro Montanelli e di un Enzo Biagi, di un Marco Pannella (tanto per citarne alcuni) i quali più di una volta hanno denunciato l'assurda condotta di certi politici, di certi magistrati, di certa stampa e soprattutto della Commissione P2, tutti decisi ad additarmi come un mostro da inchiodare. Ma (e qui sta il dramma) tutte le accuse erano inevitabilmente prive di una benché minima prova: io ero accusato di ogni crimine, ero l'imputato universale, il deus ex machina di ogni evento negativo planetario: bisognava accettare senza tentennamenti questa certezza, fondata unicamente sulle calunnie, sulle vociferazioni, sui tradimenti. Ma l'uomo della strada non è stupido, né ingenuo come tanti ritengono: egli giudica nella sua coscienza. Era doveroso, quindi, che io scrivessi questo memoriale. Chi in esso cercasse lo scandalo, il nome dell'alto personaggio, l'attacco per vendetta, rimarrà deluso. I fatti che andrò esponendo sono stati ricavati dalla realtà e hanno come destinazione soltanto la verità. So che nel mondo molti seguono da tempo le vicissitudini di cui sono stato involontario protagonista: a costoro rivolgo queste pagine nella speranza di essere creduto e capito."