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Fin dalla loro tragica scomparsa nel XIV secolo, i Templari non hanno mai cessato di alimentare una storia misteriosa, un insieme di enigmi che si insinua nelle pieghe della Storia ufficiale e nel quale è arduo distinguere il vero dal falso. Ai Templari è stato attribuito tutto: il possesso della Sindone e del Graal, la scoperta dell'America, la disponibilità di un favoloso tesoro (materiale, o spirituale), la conoscenza dei segreti alchemici, la perpetuazione dell'Ordine nelle Confraternite occulte, l'indecenza dei costumi, le iniziazioni clandestine, fino all'adorazione del diavolo. Mistero dei misteri, il Bafometto troneggia al vertice di questo labirinto di congetture. In origine, da semplice elemento tra tanti altri all'interno del processo, l'idolo guadagna il centro della scena con la nascita del templarismo massonico, verso la metà del XVIII secolo. Tuttavia, spetterà a Eliphas Lévi l'onore di attribuirgli il profilo, piuttosto inquietante, di un androgine dalla testa di capro, con una torcia tra le corna e la fronte ornata da un pentagramma. A volte demonizzato, a volte riabilitato a seconda delle interpretazioni, alla fine il Bafometto indosserà tutti i colori del variopinto mantello che i biografi gli hanno confezionato un secolo dopo l'altro, conservando sempre il lezzo di bruciato dei roghi templari. Sforzandosi di tener conto sia del mito che della realtà, la presente opera ripercorre il lento emergere del mito. Mirabilmente documentata, affascinerà non solo gli amanti del mistero, ma anche tutti coloro che si appassionano alle leggende che costellano l'avventura umana.