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«(...) È proprio un canto quello che ci regala "Il silenzio del cielo": un canto alla vita, alla memoria, al tempo ritrovato. Un canto anche per la forma, una prosa lirica che scorre fluida e agile, e ci restituisce le vicende narrate con leggerezza e profondità al tempo stesso. Il protagonista, Manfredi, alter ego dell'autore, tornato nella sua Palermo, dopo una lunga assenza, ripercorre i luoghi dell'infanzia, incontra persone che fanno parte del suo passato, viene a conoscenza di nuovi particolari della sua storia familiare e ricompone il mosaico della sua vita: ed è grazie a questo che supera il senso angoscioso di precarietà insito nella condizione umana, per arrivare a sentirsi parte di un tutto, riconoscendo la propria pochezza di fronte alla Terra-Madre e stringendo dunque un patto di amicizia con ogni essere vivente, in una prospettiva di pacificazione universale. L'inizio del racconto è segnato dall'intenso colloquio con i suoi cari scomparsi, eppure ancora così vivi e presenti nella mente del protagonista (...)»