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"Sono fortemente in debito con Italo Svevo, Luigi Pirandello e Oscar Wilde: grazie a questi autori - accomunati dall'arte sublime del trapassamento - infatti, ho avuto la gioia inattesa di confrontarmi, e anche felicemente scontrarmi, con mio figlio in un campo mai insieme esplorato: quello letterario. Nato come tesina per la maturità classica, questo breve saggio è divenuto, a seguire, un viaggio condiviso, che ha coinvolto non solo Francesco e sua madre, nei rispettivi ruoli di saggista (serissimo e lucidissimo) e di critico letterario (molto, troppo di parte) ma anche una moltitudine di amici. (...)" (Marina Pratici)