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Un libro interamente dedicato a Renato Serra (1884-1915), principe riconosciuto della critica letteraria nel Novecento, personalità anomala e controversa, idolatrata e avversata, lettore leggendario di poesia (d'Annunzio, Pascoli, Di Giacomo, i crepuscolari), cronista scettico e disincantato del nuovo in letteratura (i narratori e il romanzo postverista, alle soglie del simbolismo), fustigatore di avanguardie (le riviste e il coté fiorentino, futuristi e futurismi), pensatore agnostico e critico acerrimo di storicismi e storiografie, estraneo al crocianesimo, a ogni hegelo-idealismo astrattamente raziocinante, ma interlocutore accreditato e affidabile del filosofo napoletano, gelido analista di quanto portasse la divisa del moderno, il venuto dopo l'età dei padri (Carducci), oltre il classico, come misura dell'arte e dell'etica storica. (...)