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"C'è in questi racconti un valore letterario intrinseco che il professor Bonifazi, nella prefazione, ha giustamente rilevato con l'autorevolezza critica a lui unanimemente riconosciuta: 'una esplosiva carica di immediatezza stilistica, variamente adattata alle diverse storie una forma, certo non meditata, ma letterariamente spontanea, del genere narrativo realistico, o verismo che sia, e a volte addirittura genere documentaristico'. Ma questa raccolta, ai nostri occhi, possiede anche un valore aggiunto; in quanto si colloca nel filone di quella 'Letteratura d'Appennino' che da qualche tempo stiamo cercando: quella già scritta, a cui appartengono autori noti come Raffaele Crovi, Silvio D'Arzo, Attilio Bertolucci e quella ancora da scrivere, di cui entra a far parte anche una produzione letteraria o poetica "minore". (...) Una sorta di fedeltà a questo sentimento dell'Appennino, e una ostinata attitudine a raccontarlo, accompagnano da sempre la vita e la scrittura di Armido Malvolti, facendo di lui - a pieno titolo - un narratore d'Appennino." (Clementina Santi, Presidente Associazione Scrittori Reggiani)