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"In Dario Marelli la componente vanesia è minima, quasi inesistente, egli afferma infatti, con molta autoironia, di possedere una 'cultura da bar dello sport'. Quella che ritroviamo prepotente è invece l'ansia del recupero di fatti, di tenerezze e affetti dall'inesorabile sgocciolare del tempo. Prevale quindi la costituente salvifica della poesia, che assieme ripara gli strappi nella trama della vita e ci difende dalla perdita, che altrimenti sarebbe diminuzione, e apporterebbe dispersione e smarrimento." (Antonio Colandrea)