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"(...) Luce intesa non solo come ricerca di espressione conclamata di luminosità terrestri, in cui immergersi profondamente ma anche come risposta alle proprie domande esistenziali, alle irrisolte questioni sentimentali, allo scorrere del tempo attraverso i solchi lasciati nel corpo e nell'anima. Fare luce insomma come atto di rivelazione attraverso un percorso di stupori, abbandoni, storie sofferte e situazioni magicamente sospese nel tempo. E Polvani trova chiarezze, con la sua poesia rarefatta, raffinata e di estrema sintesi. (...)" (Carmelo Consoli)