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"La poesia amara e risoluta di Francesco Mainardi, per essere coerente con sé stessa e la sua storia, non può che essere una sfida, qualcosa di fortemente voluto, del comportamento come del pensiero, tra regole e valori nobili, per vincere il male-il Male, quello piccolo dell'attentato-tentazione quotidiani e dei piccoli contraddittori, e quello che vorrebbe chiudere l'uomo nella selva senza amore. Questa, d'altra parte, è la vita, e la vita si vuole condotta "con qualche impegno" di far coincidere l'uomo con l'umano e la sua verità. Perché gli altri ci sappiano come siamo, non la nostra parvenza. Anche noi, in fondo, mangiamo come gli altri".