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Schizzi di umanità e riflessione che raccontano, senza un vero io narrante, immagini, sentimenti, fatti, accadimenti. Parole nate dal dialogo con pazienti, colleghi, famigliari. Parole scritte nelle corsie ospedaliere - sede di dolore e speranza - in un Italia che mai nella propria storia ha vissuto limitazioni di libertà così spinte. Un tentativo di ragionare, riflettere, meditare. Un tentativo di mettere in comune punti di domanda a una comunità umana che dovrà fare i conti con un recente passato, un incerto presente e un imprevedibile futuro se vorrà trovare una dimensione comune inclusiva. Il tutto è stato scritto tra il 20 aprile e il 10 maggio.