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L'esplosione della stampa nell'Europa del Cinquecento sembra offrire a chiunque sappia scrivere la possibilità di divulgare liberamente le proprie idee. Per la prima volta la parola ha a disposizione uno strumento poderoso di amplificazione e di risonanza: un vento cui affidarsi con la certezza di essere portati lontano. Ma la dimora del linguaggio è solo un asilo, anzi un esilio: nello scrivere, come nel parlare, si fa esperienza del limite: tutto può essere esposto in maniera differente, tutto può essere frainteso o male interpretato. Il secolo della libertà di scrivere vede così anche la nascita della censura: sono i tribunali dell'Inquisizione, in cui il senso messo a verbale, inserito in altro contesto, è distorto.