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Mirna, immersa nel suo mondo di letture, scopre nel suo corpo le conseguenze di un dolore intimo e muto. Mia, inchiodata alle sue responsabilità, medita di andarsene lontano. Le due donne, madre e figlia, si guardano attraverso lo specchio di un male generato dall'abbandono. Nella presente-assenza di un uomo, un marito e un padre, la malattia è occasione di trasformazione e riscatto. Come un fiume in piena scioglie gli argini, è chiave che apre le porte ai sogni, all'ironia, ai ricordi, alla poesia. La vita poi, tornando dal suo giro, si presenta con il suo bagaglio migliore.