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Qual è il significato dell'identità? Perché ha senso parlarne oggi? Nel XXI secolo il termine identità, slegato dall'aggettivo qualificativo umana, ha assunto il solo significato di appartenenza (religiosa, etnica o nazionale) ed è divenuto sinonimo di violenza. Risultato che sconta i limiti di una concezione, immutata da millenni, per la quale l'umanità sarebbe fondata sulla ragione e sulla religione, per sempre "identica" a se stessa, eterna e immutabile. Un paradigma che non consente di comprendere la trasformazione degli esseri umani nel tempo, né di comporre l'uguaglianza di tutti con la diversità che li caratterizza, e non riesce quindi ad opporsi ai continui rigurgiti di razzismo e xenofobia che emergono quando il "diverso" da noi si fa più vicino. Questo volume ripercorre, con un metodo lontano dai luoghi comuni, le tappe antichissime che hanno condotto a quella concezione nella filosofia greca, mostrando che essa può essere invece rivista e affrontata di nuovo, su basi nuove. Un contributo prezioso per un progetto non più eludibile nell'era globale: la possibilità per tutti di vivere insieme in un mondo comune, rifiutando la violenza per la diversità. Perché il diverso è in primo luogo, e indiscutibilmente, un essere umano uguale a noi.