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A Roma ci sono i coatti. A Milano ci sono i tamarri. A Livorno ci sono i "cugi". Anzi, per meglio dire, c'erano i "cugi", quei giovani livornesi che negli anni Ottanta indossavano il bomber jacket di nylon, calzavano Camperos Valleverde, impennavano col Bravo Piaggio (elaborato col kit Polini) e andavano in discoteca alla domenica pomeriggio per ballare Billie Jean di Michael Jackson. Morelli e Cirinei - tra i più gloriosi e leggendari "cugi" livornesi - descrivono con ironia la sottocultura e mitologia del "cugi" che permeavano l'esuberante Livorno adolescenziale di trent'anni fa.