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L'atmosfera che da subito coinvolge il lettore è quella del romanzo memoire dal profondo valore di testimonianza, nel quale si intrecciano la vita del protagonista, Giovanni Coen, e le vicende sociali, politiche e personali di una generazione nata nel secondo dopoguerra e cresciuta negli anni '70. Al centro della scena è il gruppo di adolescenti di cui fa parte il protagonista. Filo conduttore è l'avventura di crescere, fra ostacoli e fraintesi esistenziali, oscillando come fra le polarità estreme di un pendolo nel tentativo di risalirlo verso il suo fulcro; ma anche nella coralità poetica di un vero gruppo di amici. Davanti c'è un orizzonte che si fa sempre più incerto, segnato dall'ombra scura del terrorismo. Il sequestro e l'assassinio di Aldo Moro ne tracciano il profilo inquietante. Fra conflitti e drammi familiari, nella riscoperta di valori personali evocati dalle molteplici relazioni e occasioni di incontro, di viaggio e di spiazzamento ad opera di un "destino" che a volte si configura esso stesso come personaggio, Giovanni e i suoi amici affrontano i passaggi cruciali della loro crescita con spirito critico, ironia e ingenuo idealismo. L'esperienza della sessualità nell'epoca del personale è politico, si confronta con quella dell'uso di droghe e alcol accompagnata dal dibattito continuo su ciò che è "corretto politicamente" e ciò che non lo è. La voce narrante del protagonista, insieme ad alcuni documenti originali (brevi lettere e scritti poetici, riferimenti a film e brani musicali dell'epoca) conferiscono autenticità ad una vicenda generazionale che potrebbe rappresentare un collegamento, prezioso e necessario, con quei ragazzi e ragazze che oggi cercano sincerità e credibilità nel "mondo adulto" contemporaneo. Condizione, questa, per ritrovare nelle proprie radici nuove motivazioni a crescere e slancio ideativo verso il futuro.